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Il Bias dell’Appartenenza al gruppo.
Bias dell'appartenenza al gruppo. | Andrea Cazzola Social Media Strategist

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Viaggio nei bias cognitivi part.7

IL BIAS DELL’APPARTENENZA AL GRUPPO.

È impossibile non provare coinvolgimento verso persone con cui condividiamo caratteristiche o passioni. Basta pensare alla fratellanza o allo spirito di gruppo che c’è tra tifosi di una stessa squadra, tra compagni di corso all’università fino ad arrivare ai consumatori di uno stesso brand. Vincere questo impulso non è così facile perché rinnegarlo sarebbe come rinnegare noi stessi. Ecco che è entrato in scena il Bias dell’appartenenza al gruppo.

Cosa dice il Bias dell’appartenenza al gruppo: tendiamo a fidarci, difendere e ritenere migliori le persone che percepiamo essere membri del nostro stesso gruppo.

Come mettere in pratica il Bias dell’appartenenza al gruppo.

Questo Bias viene spesso utilizzato per la scelta di modelli/e per shop online di abbigliamento. È molto difficile che per vendere vestiti da ciclismo venga scelto come modello un body builder. Questo perché il cliente finale non si vedrebbe rispecchiato e risulterebbe anche più difficile immaginarsi con quei vestiti addosso.
Non è però solo sul piano fisico e visivo che devi applicare questo Bias. Devi chiarire l’identità del tuo brand anche sotto l’aspetto dei valori.
È un’azienda attenta all’eco sostenibilità dei prodotti che usa o vende? Fallo capire in modo esplicito. Dedica una sezione del tuo sito o alcuni post per spiegare come viene messo in pratica questo concetto. Racconta il più possibile in modo tale che l’utente possa “schierarsi” dalla tua parte e sentirsi parte della “famiglia” del tuo brand.

Dai il cattivo esempio!                                                         

Puoi far avvicinare i clienti anche facendo capire cosa NON è il tuo brand. Le emozioni negative infatti hanno generalmente un impatto più forte di quelle positive. Ovviamente questo va messo in pratica con un po’ di senso critico: non puoi denigrare le altre aziende ma puoi giocare su stereotipi o luoghi comuni che vengono associati ai brand dei tuoi competitors.
Prendi l’esempio di Apple e di come ha “giocato” con il target a cui volevano rivolgersi nella campagna “Get a Mac” del 2006.
Hanno messo a confronto un uomo in giacca e cravatta con un aspetto serio e annoiato con sotto scritto “Io sono un PC” e un ragazzo più giovane e spigliato, con scritto “Io sono un Mac”. In questo modo hanno fatto passare il messaggio che con un Mac si è più dinamici e innovativi.

Quindi, in conclusione, devi far sentire i tuoi utenti speciali e diversi ma sempre appartenenti al gruppo del tuo brand. Non concentrarti troppo nel fare confronti fra i tuoi prodotti e quelli dei tuoi competitors. Fai risaltare le diversità positive del tuo brand e di conseguenza fai sentire unica la famiglia dei tuoi clienti. 

Se ti interessano i Bias cognitivi puoi trovare altri articoli qui. Fammi sapere cosa ne pensi sulla mia pagina Linkedin oppure contattami.

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